Coronavirus, le condotte da adottare per il primo soccorso

La diffusione del Covid19 ha reso necessarie delle nuove linee guida per la formazione degli addetti al primo soccorso. L’associazione Life Academy esperta nei corsi di primo soccorso a Udine, ci spiega di che cosa si tratta.

Il coronavirus, da un anno e mezzo a questa parte, ha esposto tutti i soccorritori – non solo i sanitari – a un livello di rischio molto più elevato rispetto al normale, in virtù della possibilità di rimanere contagiati nel corso delle manovre di rianimazione respiratoria e cardiaca. Si tratta di manovre salvavita che non possono non essere messe in atto, e che però rappresentano una evidente fonte di rischio di contaminazione e di esposizione al virus per i soccorritori. Proprio per questo motivo, tali manovre devono essere eseguite adottando delle precauzioni particolari, che comportano dei cambiamenti rispetto ai protocolli di rianimazione.

Le indicazioni per il primo soccorso

Un importante punto di riferimento da questo punto di vista è rappresentato dalla circolare 21859 del 23 giugno dello scorso anno emanata dal Ministero della Salute, in cui sono riportate le indicazioni da mettere in pratica a livello di formazione dei soccorritori e di attività di primo soccorso per il rischio di contagio. Si fa riferimento, tra l’altro, al soccorso balneare, che riguarda l’assistente bagnanti – comunemente noto come bagnino – che è un soccorritore non sanitario che può vantare un alto livello di specializzazione per il contesto di balneazione. Egli deve essere capace di intervenire senza mettere a repentaglio la propria sicurezza.

Come si attua il soccorso balneare

L’attività di un assistente bagnanti si compone di due momenti differenti: quello del salvataggio e quello del soccorso. La fase del salvataggio prevede che la vittima venga rimossa dalla situazione di pericolo; il soccorritore è tenuto a indossare una maschera o un boccaglio con il filtro, e ad avere con sé un rescue tube e un salvagente a cinta. La barella per moto d’acqua non va bene, così come la tavola di salvataggio: questi dispositivi, infatti, non assicurano il necessario distanziamento rispetto alla persona che deve essere soccorsa. Per quel che riguarda la fase di soccorso vera e propria, poi, è essenziale provvedere alla ventilazione con modalità e sistemi che garantiscano il distanziamento e non prevedano alcun contatto con il paziente. Quindi bisogna usare un pallone auto-espandibile per la ventilazione, con un filtro antivirale collocato fra la maschera e il pallone. Si deve ricorrere alla pocket mask unicamente nell’ipotesi in cui il pallone non assicuri un funzionamento adeguato. Deve essere evitata, ovviamente, la ventilazione bocca a bocca, così come quella effettuata con il telino da interposizione, dal momento che con tali procedure la potenziale esposizione al contagio da coronavirus crescerebbe in misura significativa.

Le indicazioni per i soccorritori laici

La circolare diffusa dal Ministero della Salute a cui abbiamo fatto cenno in precedenza contiene anche le indicazioni che devono essere seguite dai soccorritori laici per le manovre di rianimazione cardiaca e polmonare e il soccorso extra ospedaliero. In questo caso, la rianimazione deve essere effettuata senza ventilazione, ma solo con le compressioni toraciche, ovviamente dopo che è stato appurato lo stato di coscienza del paziente e ne è stato verificato il respiro, sempre rimanendo a debita distanza dal suo volto e dopo aver contattato in maniera tempestiva il sistema di emergenza. Il ricorso alle ventilazioni deve essere incentivato solo per il soccorso prestato a una persona convivente, così come è raccomandato l’uso di un DAE, il defibrillatore semiautomatico esterno, ovviamente sempre che ce ne sia uno a disposizione.

I soccorritori e la loro formazione

Come è facile intuire, le misure di prevenzione dal contagio e la cautela che è necessario adottare dal punto di vista del distanziamento sociale fanno sì che ci sia bisogno anche di individuare modalità differenti per l’addestramento pratico e la formazione. La circolare ministeriale ha fornito indicazioni mirate ai corsi BLSD, anche se in realtà vanno bene per qualsiasi tipo di formazione in cui sia compresa una parte pratica. È possibile procedere sia ai corsi in aula che a quelli blended, cioè con la parte di teoria affrontata a distanza e quella pratica in presenza ma con modalità ridotte. Per quel che riguarda i corsi in aula, devono essere rispettate le regole per la disinfezione, per il distanziamento e per i dispositivi di protezione individuale che devono essere indossati da tutti i presenti.

Norme per i corsi di formazione

Per i corsi di formazione, deve essere assicurata la tracciabilità, o via posta elettronica o al telefono, di tutte le persone presenti. Inoltre, c’è bisogno di grandi spazi che permettano di garantire la necessaria distanza di 1 metro fra le persone nel corso delle attività di supporto; per le attività di training, invece, la distanza deve essere almeno di 2 metri. Sarebbe auspicabile, poi, prevedere un manichino diverso per ogni allievo; in caso contrario tutte le attrezzature devono essere sanificate ogni volta che cambiano le persone che le usano.