
Finita l’abbuffata degli anni passati, tempi in cui il settore delle energie rinnovabili ha conosciuto un grande successo grazie agli incentivi, il mercato, dopo un periodo di stasi, è tornato a riprendersi. E’ durante la primavera che le persone tornano ad installare impianti fotovoltaici, anche per le proprie abitazioni, da montare sul tetto. Il taglio preferito è quello da 3 kW, ma possono anche bastare 1 o 2 kW, a seconda di quelle che sono le esigenze energetiche della propria abitazione.
Fondamentale infatti, per l’ammortizzamento dell’investimento iniziale, il giusto dimensionamento. Dobbiamo infatti dimensionarlo in base all’assorbimento energetico durante l’anno, fare in modo di consumare tutta l’energia prodotta. Questo perché sono terminati gli incentivi del conto energia. Una volta, fino a luglio del 2013, bastava produrre energia elettrica per essere pagati in maniera sostanziosa grazie al sistema del Gse.
Per vent’anni ottenevamo un risarcimento proporzionale all’energia prodotta durante l’anno. Più si produceva più si guadagnava. Ormai gli incentivi non ci sono più è quindi se decidiamo di installare un impianto fotovoltaico, lo facciamo soltanto per le nostre esigenze energetiche.
Possiamo però accedere a quello che si chiama “scambio sul posto” ovvero l’energia che non riusciamo a consumare durante il giorno viene rimessa in rete. Il gestore la rivende a terzi e riconosce dei crediti che possiamo spendere durante la notte per acquistare energia elettrica quando ovviamente l’impianto non produce. Ci sono poi le detrazioni fiscali del 50%, un bel risparmio. Se un impianto lo paghiamo € 6000, possiamo portare in detrazione € 3000 in 10 anni. Ovvero ogni anno € 300 in meno sulla dichiarazione dei redditi. Un bel risparmio.
L’investimento iniziale si recupera in 8-9 anni anche perché nel frattempo i prezzi dei pannelli fotovoltaici sono sostanzialmente scesi. È oggi possibile acquistare un impianto da 3 kW per meno di € 6000 in grado di produrre anche 4000 kW di energia elettrica in centro Italia, in una zona come Roma. Un po’ di più al sud, un po’ di meno al nord. Se acquistiamo moduli fotovoltaici cinesi spendiamo ancora meno, mentre se vogliamo ottenere il massimo del rendimento dobbiamo prendere marche come SUNPOWER o Panasonic. Buoni anche i tedeschi di Bosch.
La cattiva notizia è che da qui al 2018 il nuovo sistema a tariffazione energetica penalizza un po’ gli impianti fotovoltaici. Infatti aumenta la parte fissa in bolletta e diminuisce quella variabile, ovvero anche se consumiamo pochissima energia elettrica prelevata dal gestore energetico, siamo costretti a pagare tasse e balzelli nonostante l’ assorbimento totoale, in cui gran parte arriva da fotovoltaico.
È comunque innegabile che un sistema fotovoltaico accresce anche il valore di una casa, non siamo più schiavi della bolletta, e ci mettiamo al riparo da eventuali aumenti che possono accadere durante gli anni e durante le crisi energetiche. I pannelli fotovoltaici possono poi essere integrati con quelli termici per la produzione di acqua calda per uso sanitario. In pratica ci stacchiamo anche dal gas. La caldaia deve però essere presente, viene utilizzata soltanto nei lunghi periodi invernali quando il sole manca da tanti giorni e gli impianti non riescono a produrre acqua calda.
L’investimento iniziale si recupera in 8-9 anni anche perché nel frattempo i prezzi dei pannelli fotovoltaici sono sostanzialmente scesi. È oggi possibile acquistare un impianto da 3 kW per meno di € 6000 in grado di produrre anche 4000 kW di energia elettrica in centro Italia, in una zona come Roma. Un po’ di più al sud, un po’ di meno al nord. Se acquistiamo moduli fotovoltaici cinesi spendiamo ancora meno, mentre se vogliamo ottenere il massimo del rendimento dobbiamo prendere marche come SUNPOWER o Panasonic. Buoni anche i tedeschi di Bosch.
La cattiva notizia è che da qui al 2018 il nuovo sistema a tariffazione energetica penalizza un po’ gli impianti fotovoltaici. Infatti aumenta la parte fissa in bolletta e diminuisce quella variabile, ovvero anche se consumiamo pochissima energia elettrica prelevata dal gestore energetico, siamo costretti a pagare tasse e balzelli nonostante l’ assorbimento totoale, in cui gran parte arriva da fotovoltaico.
È comunque innegabile che un sistema fotovoltaico accresce anche il valore di una casa, non siamo più schiavi della bolletta, e ci mettiamo al riparo da eventuali aumenti che possono accadere durante gli anni e durante le crisi energetiche. I pannelli fotovoltaici possono poi essere integrati con quelli termici per la produzione di acqua calda per uso sanitario. In pratica ci stacchiamo anche dal gas. La caldaia deve però essere presente, viene utilizzata soltanto nei lunghi periodi invernali quando il sole manca da tanti giorni e gli impianti non riescono a produrre acqua calda.